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Canelli(At)

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Fotografie d'epoca di Arnaldo Bruno di Canelli per gentile concessione


Piazza Cavour

Piazza Vittorio Emanuele

Giorno di mercato

Situato nella parte meridionale della provincia, il comune, che è il secondo grande centro dopo il capoluogo, sorge sulla riva sinistra del torrente Belbo all'inizio della Langa. Il territorio circostante è ricco di colline ammantate di vigneti che fanno dell' intera zona il centro di produzione dell' Asti Spumante, vino bianco delicatamente dolce, aromatico. Questo pregiato vino, diventato il simbolo non solo di Canelli, ma dell' Astigiano nel mondo, si ottiene con tecniche di produzione particolari dall'uva moscato d'Asti. Per questo Canelli è denominata "capitale dello spumante".
Le origini del toponimo sono incerte e si fanno risalire al termine latino locus canellarum (terra, zona ingombra di canne), riferito al territorio che all'epoca era acquitrinoso per gli straripamenti del Belbo. Il toponimo Canellis attraverso i documenti compare già nel 961, citato nell'Elenco delle corti regie. Le origini di Canelli sono molto antiche: la presenza in età romana di una comunità nella zona è confermata da reperti archeologici e da un gruppo di iscrizioni che costituiscono una testimonianza di antichi insediamenti nella valle Belbo.
Le vicende di Canelli nei secoli XI-XIV furono alquanto complesse. Nel Medioevo è il centro di un consortile e probabilmente a tale epoca risale la costruzione del castello per difendere le strade che portavano ai porti di Savona e di Vado, importanti per i commerci.
La cittadina è divisa in due zone: la parte adagiata sul fondovalle denominata il Borgo e la zona alta detta Villanuova. Il Borgo ha conservato l'aspetto medioevale e si è esteso comprendendo anche un' area al di là del torrente Belbo. Punto di partenza per entrare nel centro della città antica è la piazza Amedeo d'Aosta da cui si dipartono piccole caratteristiche vie. Proseguendo, si arriva sulla piazza San Tommaso dove si trovano due delle più belle chiese di Canelli: la Parrocchiale e la Chiesa dell' Addolorata oggi non più officiata. A destra della chiesa inizia una piccola strada selciata che percorre la parte più suggestiva di Canelli, poiché attraversa la parte medioevale della città. E' via Villanuova denominata "Sternia", secondo una felice indicazione segnaletica riproposta da una associazione canellese che ha così riscoperto e valorizzato nomi tradizionali usati un tempo dalla collettività. Altri nomi indicano luoghi particolari di questa strada, che s'inerpica tra palazzi e case: troviamo così la prima curva "Gir dIa Mòla" con accanto "èl Fòrt", nome indicativo di un posto di guardia fortificato. Si prosegue oltrepassando una piccola cappella e dopo un breve tratto si arriva sulla piazza San Leonardo. Splendida, a sinistra si presenta la Chiesa di San Rocco, barocca, con una scala esterna sul lato e bella facciata mossa in mattoni a vista. Davanti s'innalza la Parrocchiale di San Leonardo con facciata intonacata e atrio porticato sostenuto da due colonne. La stradina, sempre più ripida, porta poi all'antico accesso del Castello, che dalla cima della collina di Villanuova, con la sua possente mole domina l'abitato. Un bel giardino all'italiana è situato davanti alla facciata ritmata da bugnato, vasi e pinnacoli. A pianta rettangolare, si presenta come una villa signorile con eleganti finestre e portale sormontato da un balconcino. Nel 1617 il castello fu. in parte rovinato, ma nel 1626 erano già iniziati i lavori di restauro. L'edificio che oggi ammiriamo è la ristrutturazione operata nel 1930 dall' architetto Arturo Midana, incaricato dalla famiglia Gancia.
Nella cittadina sono presenti altri edifici degni di nota quali il settecentesco Palazzo Scarazzini, antico municipio, in piazza Amedeo d' Aosta, la cui attuale facciata è del 1804; il palazzo detto "La Balustra", tra via Garibaldi e via Cairoli, con uno splendido portale sagomato superiormente e sormontato da un balconcino, e un maestoso Palazzo che una lapide ricorda quale abitazione dell' Abate Giovan Battista Giuliani, situato nell' omonima via. L'Abate Giuliani, nato nel 1818 fu letterato e cultore di Dante: nominato membro accademico della Crusca, insegnò a Genova eloquenza sacra e a Firenze filosofia morale e quella dantesca. Morì l' 11 gennaio 1884.
Ad anni più recenti risalgono la Chiesa dell'ex Istituto dei salesiani, dalla facciata con bicromia costituita dai colori bianco-rosso, e l'importante centro cultuale del Santuario del Sacro Cuore, costruzione in stile neogotico, a tre navate con una grandiosa facciata dove, al centro, domina un' edicola e la statua di Gesù Cristo.
Come si è potuto vedere parlando della storia di Canelli, i secoli XII, XIII e XIV sono importanti per l'attività commerciale che sarà molto sviluppata anche nei secoli a venire. È infatti un centro commerciale polarizzante dell' area circostante. Il periodo d'oro per il commercio e l'imprenditoria canellese inizia tuttavia nell'Ottocento con l'abbattimento delle barriere doganali e la nascita delle prime cantine vinicole. Dalla prima metà del XIX secolo sono presenti case vinicole ormai famose: Bosca (1831), Contratto (1867) e la ditta Gancia. Quest' ultima, situata di fronte alla stazione ferroviaria, è oggi considerata uno dei cardini dell' industria enologica italiana. Fondata a Chivasso per iniziativa di Carlo Gancia, nato nel 1829, intorno al 1865 importò nella zona di Canelli le tecniche della spumantizzazione dei vini di Champagne. La famiglia Gancia ha legato il suo nome anche al castello di cui è la proprietaria dal 1929. Altra importante ditta è la Riccadonna, fondata nel 1921.
Sul territorio comunale è concentrata la quasi totalità dell' industria piemontese spumantiera, sugheriera e meccanica specializzata in enologia, e la cantina sociale di Canelli (1933) è una delle più antiche del Piemonte.

(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)