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Canelli(At)
Situato nella parte meridionale della provincia, il comune, che
è il secondo grande centro dopo il capoluogo, sorge sulla
riva sinistra del torrente Belbo all'inizio della Langa. Il territorio
circostante è ricco di colline ammantate di vigneti che fanno
dell' intera zona il centro di produzione dell' Asti Spumante, vino
bianco delicatamente dolce, aromatico. Questo pregiato vino, diventato
il simbolo non solo di Canelli, ma dell' Astigiano nel mondo, si
ottiene con tecniche di produzione particolari dall'uva moscato
d'Asti. Per questo Canelli è denominata "capitale dello
spumante".
Le origini del toponimo sono incerte e si fanno risalire al termine
latino locus canellarum (terra, zona ingombra di canne), riferito
al territorio che all'epoca era acquitrinoso per gli straripamenti
del Belbo. Il toponimo Canellis attraverso i documenti compare già
nel 961, citato nell'Elenco delle corti regie. Le origini di Canelli
sono molto antiche: la presenza in età romana di una comunità
nella zona è confermata da reperti archeologici e da un gruppo
di iscrizioni che costituiscono una testimonianza di antichi insediamenti
nella valle Belbo.
Le vicende di Canelli nei secoli XI-XIV furono alquanto complesse.
Nel Medioevo è il centro di un consortile e probabilmente
a tale epoca risale la costruzione del castello per difendere le
strade che portavano ai porti di Savona e di Vado, importanti per
i commerci.
La cittadina è divisa in due zone: la parte adagiata sul
fondovalle denominata il Borgo e la zona alta detta Villanuova.
Il Borgo ha conservato l'aspetto medioevale e si è esteso
comprendendo anche un' area al di là del torrente Belbo.
Punto di partenza per entrare nel centro della città antica
è la piazza Amedeo d'Aosta da cui si dipartono piccole caratteristiche
vie. Proseguendo, si arriva sulla piazza San Tommaso dove si trovano
due delle più belle chiese di Canelli: la Parrocchiale e
la Chiesa dell' Addolorata oggi non più officiata. A destra
della chiesa inizia una piccola strada selciata che percorre la
parte più suggestiva di Canelli, poiché attraversa
la parte medioevale della città. E' via Villanuova denominata
"Sternia", secondo una felice indicazione segnaletica
riproposta da una associazione canellese che ha così riscoperto
e valorizzato nomi tradizionali usati un tempo dalla collettività.
Altri nomi indicano luoghi particolari di questa strada, che s'inerpica
tra palazzi e case: troviamo così la prima curva "Gir
dIa Mòla" con accanto "èl Fòrt",
nome indicativo di un posto di guardia fortificato. Si prosegue
oltrepassando una piccola cappella e dopo un breve tratto si arriva
sulla piazza San Leonardo. Splendida, a sinistra si presenta la
Chiesa di San Rocco, barocca, con una scala esterna sul lato e bella
facciata mossa in mattoni a vista. Davanti s'innalza la Parrocchiale
di San Leonardo con facciata intonacata e atrio porticato sostenuto
da due colonne. La stradina, sempre più ripida, porta poi
all'antico accesso del Castello, che dalla cima della collina di
Villanuova, con la sua possente mole domina l'abitato. Un bel giardino
all'italiana è situato davanti alla facciata ritmata da bugnato,
vasi e pinnacoli. A pianta rettangolare, si presenta come una villa
signorile con eleganti finestre e portale sormontato da un balconcino.
Nel 1617 il castello fu. in parte rovinato, ma nel 1626 erano già
iniziati i lavori di restauro. L'edificio che oggi ammiriamo è
la ristrutturazione operata nel 1930 dall' architetto Arturo Midana,
incaricato dalla famiglia Gancia.
Nella cittadina sono presenti altri edifici degni di nota quali
il settecentesco Palazzo Scarazzini, antico municipio, in piazza
Amedeo d' Aosta, la cui attuale facciata è del 1804; il palazzo
detto "La Balustra", tra via Garibaldi e via Cairoli,
con uno splendido portale sagomato superiormente e sormontato da
un balconcino, e un maestoso Palazzo che una lapide ricorda quale
abitazione dell' Abate Giovan Battista Giuliani, situato nell' omonima
via. L'Abate Giuliani, nato nel 1818 fu letterato e cultore di Dante:
nominato membro accademico della Crusca, insegnò a Genova
eloquenza sacra e a Firenze filosofia morale e quella dantesca.
Morì l' 11 gennaio 1884.
Ad anni più recenti risalgono la Chiesa dell'ex Istituto
dei salesiani, dalla facciata con bicromia costituita dai colori
bianco-rosso, e l'importante centro cultuale del Santuario del Sacro
Cuore, costruzione in stile neogotico, a tre navate con una grandiosa
facciata dove, al centro, domina un' edicola e la statua di Gesù
Cristo.
Come si è potuto vedere parlando della storia di Canelli,
i secoli XII, XIII e XIV sono importanti per l'attività commerciale
che sarà molto sviluppata anche nei secoli a venire. È
infatti un centro commerciale polarizzante dell' area circostante.
Il periodo d'oro per il commercio e l'imprenditoria canellese inizia
tuttavia nell'Ottocento con l'abbattimento delle barriere doganali
e la nascita delle prime cantine vinicole. Dalla prima metà
del XIX secolo sono presenti case vinicole ormai famose: Bosca (1831),
Contratto (1867) e la ditta Gancia. Quest' ultima, situata di fronte
alla stazione ferroviaria, è oggi considerata uno dei cardini
dell' industria enologica italiana. Fondata a Chivasso per iniziativa
di Carlo Gancia, nato nel 1829, intorno al 1865 importò nella
zona di Canelli le tecniche della spumantizzazione dei vini di Champagne.
La famiglia Gancia ha legato il suo nome anche al castello di cui
è la proprietaria dal 1929. Altra importante ditta è
la Riccadonna, fondata nel 1921.
Sul territorio comunale è concentrata la quasi totalità
dell' industria piemontese spumantiera, sugheriera e meccanica specializzata
in enologia, e la cantina sociale di Canelli (1933) è una
delle più antiche del Piemonte.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)
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