 |
Casorzo(At)
|
|

La facciata e l'abside della Chiesa di Santa Maria
delle Grazie
e uno scorcio di San Vincenzo
|
Le carte medioevali non offrono indicazioni precise circa l'etimologia
del nome, ma l'ipotesi più accreditata è quella che
vede nel toponimo un composto di "casa" e del nome proprio
di persona Ursius o Surtius.
Nel 1164 Federico Barbarossa riconobbe al marchese Guglielmo il
Vecchio di Monferrato i diritti su Casorzo, destinato a divenire
un caposaldo del sistema politico dei marchesi monferrini; il feudo
fu venduto nel 1621 ai conti Picco che mantennero i diritti feudali
fino alla loro soppressione. Ma la storia di Casorzo è legata
soprattutto a un fatto tragico accaduto nel 1624 durante la guerra
franco-spagnola, quando gli spagnoli occuparono il paese e incendiarono
la parrocchiale provocando la morte di trecento persone.
Dell'antico maniero non sopravvivono che pochi resti: un tratto
delle mura e un avanzo di torrione. La Parrocchiale di San Vincenzo
Martire, dalla movimentata facciata in cotto, è una grandiosa
costruzione barocca che domina l'abitato; fu edificata nel 1730
su disegno dell' architetto monferrino Francesco Ottavio Magnocavallo.
L'interno dell' edificio presenta ricchi altari marmorei, statue
e pregevoli dipinti, fra cui quelli caravaggeschi raffiguranti gli
Apostoli e altri due attribuiti a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo
(15651636).
Altro monumento di rilievo è la Chiesa di San Giorgio e della
Madonna delle Grazie, posta nel verde di un' altura all' estremità
orientale di Casorzo. Si tratta di un edificio romanico, risalente
forse al 1180, sul quale è addossata una bella costruzione
a pianta circolare di epoca ottocentesca; la pietra tufacea della
chiesa antica reca incise notizie di cronaca locale datate dal XVI
secolo.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)
|
 |