In un paesaggio collinare ricco di vigneti, il paese si presenta
con una corona di edifici disposti lungo il recinto murario dell'
antico castrum, oggi non più esistente, mentre altre
costruzioni sono situate lungo la via che attraversa il crinale
della collina che fiancheggia la valle Ganimella.
La denominazione del luogo deriva dal latino castinea;
anticamente i castagneti si estendevano nei pressi dell' abitato
e la castagna, sormontata dall' aquila, compare nello stemma comunale
che appartenne già a una delle più antiche famiglie
signorili, quella dei di Castagnole. Data la diffusione del toponimo
in Piemonte, come in altre regioni, fu aggiunta l'indicazione della
sub-regione in cui viene a trovarsi il comune.
Nel periodo medioevale Castagnole, per la sua posizione al confine
tra astigiano e marchesato di Monferrato, fu presto contesa con
le armi. Nel 1167 Federico Barbarossa cedette il borgo al marchese
Guglielmo di Monferrato e solamente per breve tempo, dal 1292, il
paese tornò sotto il controllo del comune di Asti. Il forte
legame del luogo nei confronti del marchesato è dimostrato
dalla partecipazione di rappresentanti di Castagnole ai parlamenti
di Trino (1306) e di Chivasso (1309). Nel 1391 la località
ospitò l'esercito di Facino Cane, condottiero del marchese
Teodoro II, e nelle epoche successive furono numerosi i passaggi
di truppe, il più delle volte con effetti devastanti su persone
e cose. Nel secolo XV e XVI il paese fu infeudato ai Malaspina e
ai Guasco; gli ultimi signori di Castagnole furono i marchesi Falletti.
La Parrocchiale di San Martino è di origine
antica, come testimoniano in parte le due belle acquasantiere a
fusto poste nella controfacciata e recanti incisa la data 1489.
Tuttavia, dal 1597 al 1730, trovandosi San Martino in precario stato
di conservazione, nonostante venissero mantenuti con cura gli altari
di illustre patronato castagnolese, funzionò come parrocchia
la chiesa ora scomparsa di Santa Maria del Castello. San Martino
fu riedificata sullo stesso luogo della precedente parrocchiale
nel settimo decennio del XVIII secolo e i lavori procedettero grazie
agli sforzi dell' intera comunità. La facciata, con ampia
gradinata, è in cotto e a ordine doppio; l'interno conserva
molte opere di pregio, fra cui spiccano i dipinti raffiguranti la
Vergine del Rosario e Sant'Antonio Abate attribuiti al pittore astigiano
Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1565-1636).
Altri edifici degni di interesse sono l'Oratorio della Beata Vergine
Annunziata, situato nei pressi della parrocchiale, la cui facciata
si fregia di un bellissimo portale intagliato settecentesco e, ancora,
le due seicentesche Cappelle di Sant' Anna e di San Rocco o della
Madonna di Fatima.
Del castello, che era costituito da un insieme di edifici, sopravvivono
poche tracce accorpate ad alcune abitazioni; gli ultimi ruderi,
con la torre di guardia che faceva parte del sistema di controllo
del confine meridionale del basso Monferrato, furono demoliti assieme
alla Chiesa di Santa Maria nel Settecento. Vi sono poi dimore di
interesse storico e artistico fra le quali va segnalata quella settecentesca
dei conti Biglione.
Le feste patronali sono due, quella di Sant' Anna celebrata tra
la fine di luglio e l'inizio di agosto e quella della Madonna di
settembre nella prima settimana di quel mese.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)
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