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Il centro abitato è formato da tre frazioni, senza
un vero centro. Sulla collina il nucleo più antico
è costituito da borgo Villa; nel fondovalle, alla destra
del fiume Belbo, vi è Ghiare, dove ha sede il comune
e nella pianura alluvionale, alla sinistra dello stesso fiume,
borgo Madonna. Vi si arriva percorrendo la statale Nizza-Acqui,
proseguendo di poco e svoltando a sinistra, mentre la stazione
ferroviaria più vicina è quella di Nizza.
Nel borgo Ghiare è visibile il Palazzo Serbelloni-Busca,
oggi sede del municipio, e sulla stessa piazza sorge la Chiesa
di Sant' Antonio Abate, costruzione novecentesca. All'abitato
alto, borgo Villa, un tempo suddiviso in altri due borghi
detti di San Rocco e di San Sebastiano, si accede attraverso
la quattrocentesca Porta di Valcalzara. Il centro storico
è composto da un complesso di strutture urbanistiche
derivate dall'antico nucleo abitativo, insediatosi fin dal
XII secolo a ridosso del castello per ragioni di difesa. Di
quest'ultimo rimangono alcuni resti delle antiche mura con
Torre. Sulla piazzetta San Giovanni si ammira un palazzotto
novecentesco denominato Castello nuovo, in
stile neogotico, con portale e doppia fila di finestre. Poco
più in là, quasi di fronte, è posta su
di una scalinata la Chiesa di San Giovanni, già parrocchiale,
ristrutturata nel 1732 e oggi pericolante. Incisa è ricordata come sede di un' antica pieve ed i primi documenti medioevali risalgono al 984. La storia del marchesato di Incisa inizia nel 1161 anno in cui Alberto Del Vasto completa l'acquisto del castello. Trent'anni dopo (1191) la famiglia, Incisa è spogliata di parte del feudo che passa al marchese di Monferrato. Sarà Domicella, vedova di Alberto, con i suoi figli a recuperare il dominio sulle terre di Incisa, aiutati dalla città di Asti (1203). Nel 1292, a seguito delle lotte tra guelfi e ghibellini, il castello subisce dei danni e per ottenere protezione i marchesi si alleano con il Monferrato (1305). Con diploma del 1364, l'imperatore Carlo IV diede facoltà agli Incisa di battere moneta con la restituzione degli antichi possessi. Il marchesato di Incisa perderà la propria autonomia nel 1514, quando il castello sarà assediato e minato dal marchese Guglielmo IX di Monferrato. Nel 1567 Guglielmo, duca di Mantova, rinnova gli Statuti e nel 1589 investe del luogo di Incisa Michele Perretti marchese della Montana e conte di Cellano, presto destituito per le suppliche dei sindaci delle terre del Marchesato (1652). Nel secolo XVII il territorio di Incisa subisce le sorti della guerra civile (1642) ed i saccheggi degli spagnoli prima e dei francesi e dei sabaudi poi. Iniziano le cessioni a famiglie lombarde: nuovo feudatario è nel 1699 il marchese Antonio Trotti di Milano che. non avendo eredi maschi, trasmette il feudo alla figlia Maria Vittoria Valperga di Masino (1716). Quando questa muore, lascia eredi le sorelle tra cui Giulia Maria, sposata al duca Giovanni Serbelloni, alla quale va il possesso di Incisa (1734) che trasmetterà al figlio Gabrio (1753). |
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