MONCALVO (At)
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da www.panoramio.com |
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La torre porticata sull'area dell'antico
castello
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Teatro comunale |

Bastioni del castello: gioco del tamburello |

L'ingresso dell'Ospedale di San Marco
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La quattrocentesca Casa Lanfrancone
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La piazza di Moncalvo in un giorno di fiera del tartufo
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Moncalvo è uno dei principali comuni dell' Astigiano ed
ebbe il titolo di città all'inizio del Settecento dai Savoia
che lo riconfermarono nel 1774. La località è situata
su una collina a nord-est del capoluogo, che dista 20 chilometri,
e ai confini della provincia di Alessandria; la si raggiunge percorrendo
la statale 457 che porta a Casale Monferrato ed è dotata
inoltre di una stazione sulla linea ferroviaria Asti-Mortara.
Centro turistico e gastronomico, Moncalvo ha un passato ricco di
avvenimenti storici, come testimoniano i resti imponenti della fortezza
medioevale e i numerosi edifici notevoli.
Il nome è attestato per la prima volta in un documento del
913 (Montecalvo); esso deriva quasi certamente dal luogo reso brullo
in seguito a uno dei primi diboscamenti del Monferrato, attuati
dalla popolazione che qui riparò dopo aver abbandonato degli
insediamenti di età romana. Il villaggio fu fortificato probabilmente
dai primi feudatari, ma del castrum si fa menzione solamente a partire
dal 1270. Già sotto il dominio della Chiesa di Asti, Moncalvo
fu affidato dagli imperatori germanici alla giurisdizione dei marchesi
di Monferrato, i quali vi posero come loro rappresentanti i discendenti
di Manfredo XII di Brosolo, i signori di Grafagnana. Quando nel
1164 Federico Barbarossa confermò il possesso di Moncalvo
a Guglielmo V il Vecchio, il luogo era già tra quelli meglio
difesi del marchesato data la sua importanza strategica. Nel 1290
fu conquistato dagli astigiani, alleatisi con altri comuni e con
i milanesi contro Guglielmo VII, che in quell' occasione fu catturato
e finì i suoi giorni nelle prigioni di Alessandria. Il figlio
Giovanni I riuscì a tornare in possesso della rocca grazie
all' intervento di Marco Visconti. Moncalvo fu ancora occupato da
Manfredo IV marchese di Saluzzo dopo la morte di Giovanni I (1305)
e la crisi causata dalla fine della diretta discendenza aleramica.
In questo periodo il castello fu ricostruito, mentre le strutture
difensive intorno all ' abitato vennero potenziate, tanto da
respingere l'attacco dei guelfi astigiani capeggiati dai Solaro
e, nel 1305, il primo assedio posto da Teodoro Paleologo tornato
dall' Oriente per ripristinare il suo dominio sul Monferrato. Nel
1309 Moncalvo ritornò al marchesato. Con l' estinguersi della
famiglia dei Paleologi e la reggenza del marchesato da parte di
Anna d' Alençon, il paese fu invaso dalle truppe di Carlo
V e durante il XVI secolo divenne teatro dei violenti scontri tra
spagnoli e francesi. La pace di Cateau-Cambrésis del 1559
portò Moncalvo sotto l'egemonia dei Gonzaga, che nel 1609
cedettero il feudo a Galeazzo di Canossa. Nel Seicento l'esercito
del duca di Savoia riuscì a espugnare la fortificazione per
ben due volte, ma la località passò definitivamente
ai Savoia solo nel 1704: la poderosa fortezza di un tempo era allora
ridotta a un rudere. Attualmente l’area del castello è
un vasto piazzale con un lato porticato, dal quale il turista può
ammirare uno splendido panorama del Monferrato. Si conservano tratti
dei bastioni del XIV secolo con torrioni che a ovest delimitano
il campo da gioco del tamburello.
Abside della chiesa di S. Francesco
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L'edificio di maggior spicco di Moncalvo è
la Chiesa di San Francesco (la parrocchia è però
intitolata a Sant' Antonio da Padova); la sua origine risale
al XII secolo, ma fu riedificata nel 1272 per volere del marchese
di Monferrato Guglielmo V e affidata ai padri conventuali. Fu
ricostruita nuovamente, su disegno del padre Rovere, dopo il
crollo del 1644, ma si vollero conservare l'abside, compartita
da robuste lesene e decorata da archetti pensili, e il campanile
cuspidato. L'interno, a tre navate con numerose cappelle laterali,
custodisce pregevoli opere artistiche, dalle tele del pittore
Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (perché questa fu
la sua patria adottiva dove morì nel 1625) e di sua figlia
Orsola Maddalena, agli intagli raffinati del minusiere moncalvino
Gabriele Capello, che fu attivo per le residenze sabaude negli
anni del regno di Carlo Alberto. Nella chiesa trovarono sepoltura
personaggi illustri, primi fra gli altri alcuni marchesi monferrini
le cui ceneri furono traslate in un unico sepolcreto nel 1774.
Non si conosce l'identità di questi tranne che per Teodoro
Il Paleologo che qui venne tumulato nel 1418; pare tuttavia
certo il restauro delle antiche tombe patrocinato nel 1591 dal
duca Francesco Gonzaga. Nello stesso edificio, e più
precisamente nella cappella di San Giorgio, fu sepolto il governatore
di Moncalvo Giorgio Tenaglia, leggendario difensore nell' assedio
della rocca da parte del duca di Savoia nel 1608. La sua effigie
scolpita nel legno è tuttora conservata nella sacrestia
della chiesa. Dopo la soppressione napoleonica del 1802, il
convento venne adibito a casa parrocchiale pur conservando al
suo interno splendide testimonianze del passato.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)
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