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Nizza
Monferrato (At)
Nizza Monferrato è il centro più importante della
valle Belbo. Il suo territorio si estende per gran parte in pianura,
attraversato dal torrente Belbo e dal rio Nizza. Anticamente la
località era indicata come Nicia o Villa nova
Nicie, ma poi fin dal secolo XVI viene citata come Nicea
palearum con allusione alle paglie e altre erbe presenti nelle
paludi della zona e usate come copertura per i tetti. La denominazione
Nizza "della paglia" potrebbe anche derivare dalla regione
Pàlea, dal termine antico italico pal che significa
pietra. Infatti la zona dove si trova la città è tra
due corsi d'acqua con presenza di sabbie e ghiaia.
L'etimo Nizza potrebbe riferirsi a un nome personale Nicea,
derivante da quello della dea greca della vittoria, o più
semplicemente da un abitato romano chiamato Nicia. La forma
della città, per lo meno della parte più antica, prima
della trasformazione e degli ampliamenti più recenti, è
curiosamente triangolare. Da descrizioni e piante dei secoli XVII
e XVIII, Nizza risultava composta da vari cantoni e solcata da tre
strade: la più lunga e centrale via maestra (ora via Carlo
Alberto) porticata; verso mezzogiorno, la più breve, la contrada
di San Francesco (ora via Pio Corsi) e infine, verso mezzanotte,
vi era quella della Trinità o di San Bartolomeo (ora via
Pistone). La contrada maestra era compresa tra la porta di Belmonte
(a levante) e la porta di Lanero (a ponente, sull' attuale piazza
Garibaldi). Al centro si apriva la piazza del Palazzo di Città
(oggi piazza Martiri di Alessandria) .
Della cinta muraria e del castello rimangono pochi resti visibili
in via Francesco Cirio, via San Martino e via Spalto. È ben
visibile invece la torre a pianta quadrata che svetta a fianco del
Palazzo del Municipio. Il palazzo risale al 1353, con numerose integrazioni
e interventi nei secoli successivi, e ancora recenti restauri avvenuti
nel XX secolo. Il prospetto della facciata presenta finestre ornate
con decorazioni in cotto. La torre ha subito numerose manomissioni
dovute alle diverse funzioni, dapprima di torre di difesa, poi di
torre campanaria e infine di sede comunale. In particolare i lavori
del 1883-1884, con la ricostruzione della merlatura, sono stati
i più pesanti, alterando la struttura originaria medioevale.
Conosciuta dai nicesi come il "campanun", nei secoli passati
i suoi rintocchi erano un importante segnale di pericolo o invito
al raduno. Tra i palazzi di Nizza un posto a parte merita Palazzo
Crova di Vaglio, nell' omonima via, oggi sede della Pretura e della
Biblioteca civica, opera dell' architetto torinese Giovanni Battista
Nicolis di Robilant (1723-1783). La storia artistica di Nizza è
presente anche nelle tre grandi parrocchiali: San Giovanni in Lanero,
Sant'Ippolito e San Siro. L'attuale Chiesa di San Giovanni in Lanero
(dal nome di un antico castello della zona), in piazza Vittorio
Emanuele II, era un tempo dedicata a San Francesco, e fu edificata
dai minori conventuali nel 1772 su progetto del conte Nicolis di
Robilant. L'antica Chiesa di San Giovanni (ubicata in piazza del
Municipio) fu demolita nel 1826 e parte degli arredi venne trasferita
nella chiesa odierna. La Chiesa di Sant'Ippolito, in piazza XX Settembre,
venne edificata tra il 1750 ed il 1760 in sostituzione di quella
antica. La Chiesa di San Siro in via Pio Corsi ha origini antichissime.
Venne fondata nel. 1311 da Antonio Pelletta signore di Cassinasco
e di Calamandrana. La costruzione attuale risale, però, agli
anni 1790-1800, su progetto dell'architetto Biagio Pizzorno che
prese a modello la Chiesa di San Paolo in Asti, opera di padre Massirio.
A un chilometro dal concentrico, dopo il passaggio a livello, davanti
al cimitero, si trova il piccolo Santuario della Madonna di Loreto,
fondato nel 1631 e ampliato nel 1666 con le proporzioni attuali.
Tra i personaggi illustri merita un posto Francesco Cirio (1836-1900),
pioniere dell' industria conserviera degli ortofrutticoli. La città,
a memoria dell'industriale nicese, ha fatto erigere in piazza Dante
un busto scolpito dallo scultore Leonardo Bistolfi.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)
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