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Tigliole(At)

L'origine del toponimo, secondo le fonti locali più accreditate,
deriverebbe dalla grande quantità di tigli che un tempo caratterizzavano
l'abitato di Tigliole. L'etimo è infatti connesso con il
diminutivo di tilia, considerato albero sacro. È
stato anche notato l'impiego del derivato tilius nel significato
di "segno di confine", con riferimento agli arbores
finales, alberi che segnavano i limiti di un terreno o di un
territorio.
Il paese, documentato sin dall' XI secolo, era costituito anticamente
da due centri distinti, l'uno detto "inferiore", l'altro
"superiore". Il secondo corrisponde al paese attuale,
mentre il primo scomparve già nel XIV secolo. Del castello
medioevale, che le fonti ottocentesche ipotizzano a pianta quadrata
con due torrioni a sud e un'altra torre a levante, non rimane traccia.
Il maniero venne distrutto nel 1553 dai francesi inviati dal conte
De Brissac, e venne ricostruito in seguito dai Montafia, ma in forme
assai più ridotte. Successivamente passò ai marchesi
d'Ormea, che lo vendettero al conte Salmour d' Andezeno, il quale
a sua volta lo cedette ai fratelli Vandero. Quando il sito venne
acquisito dalla comunità, il castello era pressoché
smantellato: sulle sue rovine, in forme classicheggianti, sorse,
intorno al 1850, l'attuale Palazzo comunale.
Poco prima di piazza Vittoria, si incontra l'imponente Parrocchiale
dei Santi Giovanni Battista e Lorenzo. L'edificio, a tre
navate, venne costruito tra il 1646 e il 1696 in forme tardobarocche
su disegno del padre cistercense Filippo Malabai.
(fonte:Il Piemonte paese per paese Bonechi Editore)
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