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La
Cucina
Cuore pulsante della casa, riuniva la famiglia al momento del pasto
serale. Arredata con mobili assai rustici, tra i quali una piantana,
ove erano riposte le stoviglie, una madia, un tavolo, delle sedie
o delle panche, caratterizzato solitamente dal camino e dalla stufa.
Il camino, nelle case eleganti, si usavano eleganti alari per tenere
sospesa la legna e avere una migliore combustione. In centro un
frontale in ghisa con stemma gentilizio e, a destra, i "ferri"
per il caminetto: attizzatoio, molle e paletta. |
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Nella parte
bassa della piantana, o ammucchiate a fianco della stufa, erano
ben visibili le pentole, le casseruole, i tegami, e altri suppelletili.
Sulla trave che sporgeva dal caminetto, generalmente trovavano posto
il mortaio ed il pestello, il macinacaffè, le caffettiere
e la zuccheriera. |
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Il tavolo da pranzo
della cucina contadina, generalmente si apriva ruotando il piano,
lasciando lo spazio al suo interno per le vettovaglie.
Come il tavolo anche alcune sedie si aprivano, tipicamente per
metterci il sale. |
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Camere da letto
In queste due immagini si possono distinguere chiaramente
lo scaldino (prèive) decritto precedentemente e due tipi
di culla per neonati. Nei cascinali di campagna le camere da letto,
quando non si dormiva nella stalla (inverno), si trovavano ai piani
superiori e di regola non disponevano di stufe per il riscaldamento
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Le candele e la lucerna
Qui sono proposti vari modelli di lampade ad olio
e ad acetilene. Per illuminare gli ambienti delle cascine e delle
stalle prima dell'avvento dell'energia elettrica non esistevano
molti sistemi. Queste lanterne si presentavano sotto varie forme,
più o meno grandi secondo l'uso che se ne doveva fare. Generalmente,
nelle abitazioni, veniva utilizzata in vetro, chiuso da un tappo
in metallo entro il quale una piccola rotella di ingranaggio faceva
scorrere uno stoppino, in modo che ne potesse essere sostituita
la parte consumata.
Eleganti lampadari a petrolio con saliscendi facevano bella mostra di sè in case signorili di fine ottocento |
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Le carriole
Per il trasporto leggero, dalla cascina all'orto
o al campo, il contadino utilizzava alcuni attrezzi che potevano
essere manovrati da una o al massimo due persone. La carriola era
caratterizzata da due stanghe fungenti da manici, unite tra loro
in maniera diversa da un cassone o un ripiano, ma era dotata di
una ruota (originariamente in legno), che le consentiva di essere
fatta rotolare sul terreno spinta o tirata dalla persona. |
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Irrogatore di verderame
Per l'irrorazione della vite con il verderame veniva
utilizzato un particolare tipo di erogatore, costituito da una bigoncia
dotata di due apallacci, di una pompa azionabile a leva con la mano
destra e di un lungo ugello utile a dirigere a distribuire il getto,
che si teneva nella mano sinitra. Il contadino, caricata sulle spalle
la bigoncia, passava dunque di pianta in pianta a nebulizzare il
prodotto, badando bene a far sì che questo irrorasse completamente
il fusto, i rami e le foglie dell'albero. Queste pompe venivano
usate anche per qualsiasi anticrittogrammico o della polvere di
zolfo, utile nelle viti a combattere l'oidio ('l marìn). |
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