(già del bosco,
ossia del mercato della legna da ardere)
LA PIAZZA E DINTORNI VISTI DALLA TV
LEONARDO(2'24")
Altorilevi sul piedistallo raffiguranti la battaglia della Bicocca e l'assedio di Peschiera
45°
parallelo
Giuseppe
La Farina: Storico, deputato e ministro dell`Istruzione dal
1815 al 1863
Si ha di fronte l'imponente
fontana Angelica (1929), mentre a metà della
piazza il monumento equestre del duca Ferdinando di Genova
fratello di Vittorio Emanuele II e padre della regina Margherita(1877)
e al fondo della piazza il nuovo segnale del 45° parallelo
e la statua a Giuseppe La farina. La fontana Angelica di Piazza
Solferino fu costruita grazie a finanziamento privato del
ministro Paolo Baiotti, della cui madre prese il nome. Venne
inaugurata il 28 ottobre 1929. Le figure scolpite rappresentano
le quattro stagioni: primavera ed estate le statue femminili,
autunno ed inverno i due giganti al centro. Si dice che avrebbero
un significato magico: l'Inverno guarda verso Oriente, punto
sacro da cui si leva il sole (si dice che lo scultore modificò
l'orientamento della testa quando si decise di spostare la
fontana). I due personaggi maschili, Autunno e Inverno, rappresenterebbero
Boaz e Jaquim, i due sostenitori delle colonne di Ercole,
mitici guardiani della Soglia che immette sull'Infinito. La
conoscenza è rappresentata dall'acqua, che entrambe
i personaggi versano dagli otri. Le figure femminili rappresenterebbero
invece i due aspetti dell'amore, quello sacro (la Primavera,
la Virtù) e quello profano (l'Estate, il Vizio) e i
due aspetti della conoscenza
PIAZZA CARLO EMANUELE II
(Piazza Carlina)
Se chiedi ad un torinese dov'è Piazza Carlo
Emanuele II, ben pochi sapranno rispondere, infatti a Torino si
conosce Piazza Carlina, nomignolo datogli per i modi effemminati
del sovrano di casa Savoia.
Inizialmente
era prevista un grande slargo “ottangolare” a
cui si sarebbero dovuti affacciare altrettanti isolati per
palazzi nobili: il progetto si arenò perchè
la vendita dei lotti trapezoidali si rivelò impresa
improba. Così si optò per un’area quadrangolare
destinata, in base ad un editto del 1678, a sede del mercato
del vino. Anche l'ubicazione venne più volte modificata:
la piazza fu posta più a sud-est rispetto al piano
iniziale che la collocava in prossimità di via Po.
Piazza Carlina alimenta ricordi del passato popolare torinese,
dai macabri spettacoli offerti dalla ghigliottina, che in
14 anni di dominazione francese tagliò 423 teste, (la prima
testa a cadere fu quella di una donna, la "bela caplera",
la bella cappellaia) e poi, durante la restaurazione, fu collocata
la forca. Tra il 1800 e il 1815, in quella che si era provvisoriamente
chiamata piazza della Libertà, si contarono più
di 400 esecuzioni. Al teatro d'Angennes, concorrente del Carignano,
venne poi intitolato a Gianduia
con la piccola statua eretta sulla facciata del teatro
verso via Principe Amedeo raffigurante la maschera torinese
sempre pronta alle degustazioni enologiche. Difatti, non per
niente la piazza ospitò a lungo il mercato dei vini con i
brindor(brentatori), sacerdoti di Bacco dal camice azzurro.
Sul suo lato a sud sorge la
chiesa di Santa
Croce, edificata su disegno di Juvarra con campanile orientaleggiante
e facciata tardo-ottocentesca, mentre al centro troneggia
il monumento a Camillo Benso conte di Cavour (opera di Giovanni
Duprè del 1872) che ha in mano un cartiglio con incisa
la celebre frase “Libera chiesa in libero stato”.
Da ricordare pure il palazzo Roero
di Guarente (la cui facciata è sempre dello Juvarra),
l’ex Collegio
delle Province, ora Caserma dei Carabinieri, progettato
da Vittone, e la casa al numero 15 (l’ex Regio albergo
di Virtù, da tempo al centro di vari progetti sulla
sua futura destinazione) nella quale abitò, tra il
1919 e il 1921, Antonio Gramsci, allora segretario della sezione
socialista di Torino
PIAZZA CARLINA, GIARDINI CAVOUR E PIAZZETTA M.TERESA VISTI DALLA TV
LEONARDO(2'58")
LE AIUOLE CAVOUR E CESARE BALBO
I giardini Cavour sono su
tre monticelli erbosi dove ai piedi del più grande vi è la
statua bronzea del generale Carlo Nicolis di Robilant. Di
fronte alla statua , su di una collinetta vi è il busto
che ricorda Ghandi. Dalla parte dell'ingresso da via San Massimo,
vicino ad una fontanella, affiorano dal terreno quattro
sassolini grezzi, con un medaglione bronzeo, per ricordare
ai piemontesi il poeta in lingua piemontese: Pinin Pacòt (1964)
L'aiuola Balbo è sopraelevata, chiusa da una
cancellata di ferro e adibita a parco di divertimento per
bambini. Troneggia la statua allo storico e patriota Cesare
Balbo.
PIAZZA CRIMEA
Piazza Crimea , dal ponte Umberto I in corso Fiume, sul confine
invisibile fra la città e la collina, la piccola e discreta
piazza con il monumento ai caduti nella guerra di Crimea, opera
di Luigi Belli. Ai piedi della collina, venne inaugurato il
1° giugno 1892, e riassume con allegoria l'imresa militare
a cui il piccolo Piemonte prese parte co i paesi alleati, i
cui stemmi risaltano nel blocco monumentale. Una piazza che
si prospetta elegante, con palazzine di fine Ottocento alternate
a costruzioni dell'ultimo trentennio.
PONTE UMBERTO I (1907)
All'inizio di corso Vittorio Emanuele II e del
Valentino
Sullo sfondo corso Fiume con piazza Crimea
Il Valore
La Carità
L'arte
L'Industria
Questo ponte sostituì quello
sospeso, in ferro(1840), dove il passaggio era solo per i
pedoni con pagamento del pedaggio verso la ditta appaltatrice.
La prima pietra di questo ponte fu posta il 20 settembre 1903
e fu finito nel 1907. Le due statue poste ai lati verso il
Valentino "il Valore" e "la Carità",
ai lati verso la collina "l'Arte" e "l'Industria",
sono opera di Luigi Contratti: , inaugurati in occasione dell'Esposizione
del 1911, per ricordare il valore e l'umanità di Umberto I.
ARCO
ALL'ARTIGLIERE
dal Monte dei Cappuccini
Con il proposito di realizzare e donare alla
città di Torino, un monumento celebrativo dell’Arma
di Artiglieria , nasceva nel gennaio 1926, con sede in via
Verdi 1, il “Comitato monumento all’Arma Artiglieria”
sotto il patronato deo Duca e Duchessa d’Aosta. Il Presidente
era il Gen. Alessandro Goria. Celebrare degnamente i fasti
della gloriosa Arma e glorificare nel contempo la tenacia
del lavoratore dell’industria pesante e l’eroicità
delle genti d’arma. Erano questi i principi e valori
ispiratori, che il nuovo monumento negli intenti del Comitato
nominava il progettista dell’opera: lo scultore Pietro
Canonica. (Moncalieri 1869 – Roma 1959), già
allievo di Tabacchi, diplomato all’Accademia di Belle
Arti di Torino, senatore del Regno, artista di fama internazionale,
il quale aveva realizzato a Torino il monumento al Cavaliere
d’Italia (1923) attualmente posto in piazza Castello.
Il 15 giugno del 1930 è la giornata che celebra il
12° anniversario dell’inizio della battaglia del
Piave, alla cui benevole sorte, in modo decisivo e determinante
aveva contribuito l’uso massiccio e devastante dell’artiglieria.
Torino si arricchiva del proprio arco votivo, il quale, seppur
di modeste dimensioni, e di disordinato accostamento di stili
e varietà di cimeli, ben si inseriva in quel suggestivo
scorcio del Valentino.
PONTE ISABELLA
Il Ponte Isabella è
considerato uno dei più bei ponti di Torino, completato
nel 1880 dal Civico Uffizio d’Arte su progetto dell’ingegnere
Ernesto Ghiotti, fu il secondo ponte in muratura sul Po a
Torino. Parallelamente alla tipologia costruttiva in pietra
da taglio, la tecnica laterizia si sviluppò fino ad
affermarsi verso metà ottocento perché più
economica e rispondente ai moltiplicati bisogni di una società
in rapida evoluzione e a causa dell’urgenza di costruire
numerose strade carrabili e ferrate. A cinque arcate ellittiche
di 24 metri ognuna, realizzato in muratura con mattoni a vista,
il Ponte Isabella ha una lunghezza complessiva di 130 metri
e una larghezza di 12. La costruzione del Ponte durò
quattro anni e la spesa ammontò a 600.000 lire.
MONUMENTO A GARIBALDI
A poca distanza dall'Arco dell'Artigliere, in corso Cairoli,
di fronte a via Dei Mille, si trova il monumento dedicato a
Giuseppe Garibaldi, opera dello scultore Tabacchi, eretto nel
1887