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VIA
SAN FRANCESCO D'ASSISI (gią Genova) |
verso Palazzo di Cittą |
da via Santa Teresa verso via Alfieri |
Si identifica con l'antica
contrada di San Gregorio, più recentemente
denominata via Genova, in continuazione di via Milano.
Le sue doti di modernità e di eleganza non bastano
a conservarle la sua fama raggiunta nei tempi di mezzo e mantenuta
fino al sec. XIX, allorchè cominciò a spogliarsi
delle sue principali attrative: la Torre Comunale di San Gregorio
sull'angolo di via Garibaldi; lo Studio Universitario (ora
palazzo Durando di Villa),
consistente in un museo di archeologia, di arte, di numismatica
e il Teatro delle Marionette. Di seguito si trovano le chiese
di San Rocco e San
Francesco d'Assisi; all'angolo di via Bertola il palazzo
liberty Florio Nizza.

(estratto da
"storia aneddotica descrittiva di Torino - A zonzo per
le vie della città" di Riccardo Gervasio) |
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Via Sant’Agostino,
il proseguimento di via Stampatori che parte da via Garibaldi
e termina in piazza Emanuele Filiberto, prende il nome dalla
chiesa posta all’angolo
con via Santa Chiara, dedicata Sant’Agostino d’Ippona,
vissuto tra il 300 e il 400: filosofo, vescovo, teologo latino
e Santo della Chiesa Cattolica, la cui opera più celebre
sono le Confessiones (Confessioni) e a cui si rifà
l’Ordine dei Canonici Regolari di Sant’Agostino,
chiamato appunto degli Agostiniani. Anticamente si chiamava
dei Ss. Apostoli Giacomo e Filippo. Al n° 24 è
rilevante il portone che fu considerato tra i più «storici»
di Torino come il portone
del diavolo. |
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da Via Pietro Micca |
da Via San Francesco d'Assisi |
Prende il nome dal Monte
dei Pegni, dacchè questo Istituto, nato con l'Opera
Pia di San Paolo nel 1563, vi stabilì la propria sede
(prima si chiamava contrada dei Due Buoi e della
Caccia Reale). È il proseguimento di via Santa
Maria, si interseca con via Pietro Micca e via San Tommaso
all'altezza dell'omonima chiesa e termina in via Roma. Nelle
vie adiacenti è facile imbattersi in ttrafficanti che
vendono o acquistano oggetti preziosi imperniati sulle persone
che si dirigono al Monte Pegni. |
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| VIA
BERTOLA (gią Barra di ferro) |
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da via San Francesco d'Assisi |
Per onorare la memoria
dell'insigne architetto militare, via Bertola ha rinunciato
alle vecchie denominazioni di contrada della Doiretta
(in contrapposto a Doragrossa), del Gambero, dei Due Bastoni
(o Bastioni), della Barra di Ferro (tutti alberghi rinomati)
e di Sant'Anselmo. Inizia in via Pietro Micca e termina in
piazza XVIII Dicembre, di fornte alla stazione di Porta Susa.
Oltrepassata via Stampatori, si incontra il sontuoso palazzo
dell'Enel, costriuto dal Ceresa per la Cassa di Risparmio
dove prima risiedevano i Provana del Sabbione, è sormontato
da un imponente gruppo marmoreo allegorico del Rubino. L'edificio
fronteggia il giardino Lamarmora. Segue, sempre a destra della
via, l'Azienda Elettrica Municipale, raggiungendo così
corso Siccardi ed il giardino della Cittadella. |
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| VIA
CESARE BATTISTI (gią Finanze) |
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Da via Roma a via Bogino, la via ha il
nome di uno dei martiri italiani vittime della repressione
austriaca (1875-1916). Uomo politico, giornalista e patriota,
finito sulla forca degli austriaci per la sua audace azione
irredentistica. Torino fu una delle prime città che
volle onorare il martire. La via, pedonabile, incontra due
piazze importanti di Torino: Carignano
e Carlo Alberto, con negozi
e bar di prestigio. |
| VIA
BOGINO (gią degli Ambasciatori) |
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Da via Po a via Giolitti, una strada
per molti versi storica e ricca di memorie. Nel 1858 fu dedicata
al celebre uomo di Stato Gian Battista Bogino (Torino 1701-1784),
ministro del regno di Sardegna. Al n°9 della via troviamo
il palazzo Graneri,
circolo degli Artisti, al n°31 il palazzo dove il Bogino
abitò per molti anni e vi morì, una targa
lo commemora. Nella casa del n°4 morì il celebre
violinista Gaetano Pugnoni, e in quella al n°7, casa Sonnaz,
l'architetto conte Dellala di Beinasco e Francesco Cigna,
uno dei fondatori dell'Accademia delle Scienze.
La via è discreta, non toccata dal traffico che invece
scorre nelle vie adiacenti. Conserva in certi suoi cortili
un fascino particolare, anche per la presenza di alcune botteghe
artigianali in cui si esercitano mestieri pressochè
scomparsi. |
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verso Piazza San Carlo |
verso Piazza Solferino |
La via se pur breve, vive
di un'intenso traffico; prende il nome dalla chiesa intitolata
a questa santa, segnava la «porta Marmorea», il
limite sud della città romana e di Torino medievale.
Oltre alla chiesa, troviamo palazzi rinomati come:il Provana
di Collegno, il palazzo della Banca Commerciale ( casa
della vite) e il palazzo Ricca
di Coassolo.
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Questa importante strada del
centro trae il nome dalla battaglia della Cernaia (Tchernaia),
piccolo fiume nella parte meridionale di Crimea, sul Mar Nero
(1855). In questa strada, tracciata nel 1856, con eleganti
edifici sorti dopo lo spianamento dei terrapieni e degli spalti
della Cittadella, ci si imbatte nella gigantesca caserma dei
carabinieri che stupisce, con la sua mole, chi la vede per
la prima volta, ma ai torinesi oramai la caserma risulta invisibile
tanto ci hanno fatto l'occhio. Dalla parte opposta alla caserma,
la lunga sfilata dei portici che corrono per tutta la lunghezza
di via Cernaia offre una passeggiata anche con il maltempo.
Si incontra il palazzo dei Medaglioni, , la statua di Pietro
Micca all'angolo di corso Galileo Ferraris, il giardino
Lamarmora con la sua
statua e nell'ultimo tratto eleganti negozi di fiori, gioielli,
giocattoli e moderni empori.
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